Misericordia Domini in eternum cantabo.
Con tutto che da tanti secoli, sia stata edificata questa Terra di Taurasi come chiaramente si scorge dagli antichi libri e dagli edifici di secoli che vi si ultimavano e giammai si legge esservi Fondata Congregazione, benché tante e tante volte pigliatasi l’impresa e mai venuta a perfezione, risorgendovi subito discordie e tele tramate e tessute da diaboliche invenzioni il tutto toccato da me con le mani; mentre che anni sono trovandomi impegnato per la riuscita della Congregazione, il che invano ancor ché vi frequentarono per qualche poco tempo li Devoti eserciti nella Cappella di Santa Maria delle Grazie. Ancora dall’antichi ravagli si sente essersi sempre intrapresa la fondazione della Congregazione e mai ottenuto l’intento contrastando sempre l’Inferno ma la misericordia di Dio se tarda non manca. Misericordia Domini in eternum cantabo, per infinita Secula seculorum.
Il Signore dei Signori, come padre della misericordia, e Dio di tutte le consolazioni Dominus Dominantius, Pater misericordioso, Deus totius consolationis, il quale per nostro bene trada alle volte, ma non manca. Miracolo liberamente posso dire della Divina Misericordia, esservi fondata in questa Terra di Taurasi la congregazione, come si scorge dalla seguente narrativa:
L’anno 1728 e proprio verso la fine del mese di Novembre, il molto Reverendo Padre Beniamino Maria Greco della Compagnia di Gesù, molto devoto e celebre di molto grido, partì da Napoli, destinato per la Santa Missione nella Diocesi della Rina; ma appena uscito da Napoli, che Aperta Santa cateratta colì, senza mai cessare la pioggia di notte e giorno, di modo ché dopo due giornate di viaggio fu dal pessimo tempo confinato in una Osteria sopra il Bosco dell’Arenola Diocesi di Frigento pensò in questa fare la Santa Missione e nel mentre tra sé così discorreva; ecco un Religioso, che toccava alla volta di Taurasi al quale diede un foglio diretto all’Arciprete locale, il quale benignamente a ritmo de giubilo accettò la condotta del molto Reverendo Padre con la Santa Missione, accompagnato dal molto Reverendo Padre Giovanni Battista Menga della Compagnia di Gesù; e tanto più si può dire miracolo della divina pietà quanto da 24 anni: Paruoli petierunt panem, et non erat qui Franceret ais! Giacché da 24 anni dico, mancavano in detta Terra le missioni, con tutto che sempre richieste e mai ottenuto l’intento, come fosse cascata sopra Taurasi quella maledizione del Signore per bocca di Amos al Capitolo VIII: Mittam famem in Terra, non Famem panis; sed famem aucliendi Verbus Dei, mai misericordia motus il Signore voglio credere non solamente con un miracolo mandò la missione, ma fece a tutti penetrare fino all’intimo le parole di Giacobbe al Capitolo XXI: cum mansuetudine su scipite insitum Verbum, il quale poté salvare anche Taurasi come infatti in tutti i cuori si verificarono le parole di s. Paolo: Domus est fermo Domini et efficace; oppure le parole dello Spirito Santo per bocca del Profeta Daniele nel passo CVI: misit Verbum suum et sanavit cos. Mentre che tutti sappigliarono alla Fondazione della Congregazione sotto il Titolo dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine Santissima, superandosino per grazia di Dio tutte le difficoltà con l’efficacia voglio credere dell’orazione del molto Reverendo Padre Greco e con le preghiere del molto Reverendo Padre Domenico Bruno della Compagnia di Gesù, Questi di molto grido di virtù e santità, vivendo questa congregazione Sotto le regole date alla luce dal medesimo Bruno, e sotto le medesime Regole si Guardano da 200 e più Congregazioni: Fra tanto Beati qui audiunt Verbum Dei e maggiormente beati qui custodiunt illud perché qui perseveraverit usq: in fin Sia salius erit e sia lode alla Santissima Trinità et a Maria Vergine Santissima e a tutti li santi, e si Misericordias Domini in eternum cantabo:
Taurasi Primo gennaio 1738. D. Ciriaco Pirone Padre Spirituale della Congregazione
(Atto per la Fondazione della Congregazione)
VENERABILE CONGREGAZIONE SOTTO IL TITOLO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA TERRA DI TAURASI |
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ANNO |
PADRE SPIRITUALE |
PREFETTO |
1729 |
D. Francesco Antonio Capano |
Marciano Santo Suosso |
1730-1732 |
D. Ciriaco Pirone |
Domenico Inglese |
1733 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Cangiano |
1734 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicolò Selvitella |
1735 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Inglese |
1736 |
D. Ciriaco Pirone |
Mag.co Nunziante Santo Suosso |
1737 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicola Caggiano di Sabato |
1738 |
D. Ciriaco Pirone |
Alessandro Selvitella |
1739 |
D. Ciriaco Pirone |
Mastro Nunziante Santo Suosso |
1740 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicolò Selvitella |
1741 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Inglese |
1742 |
D. Ciriaco Pirone |
Salvatore di Penta |
1743 |
D. Ciriaco Pirone |
Alessandro Selvitella |
1744 |
D. Ciriaco Pirone |
Diego Lepore |
1745 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicola Caggiano |
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PRIORE |
1746 |
D. Ciriaco Pirone |
Lorenzo Santo Suosso |
1747 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Caggiano di Francesco |
1748 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicola Marinaro |
1749 |
D. Ciriaco Pirone |
Salvatore Penta |
1750 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Buono |
1751 |
D. Ciriaco Pirone |
Francesco Caggiano |
1752 |
D. Ciriaco Pirone |
Diego Lepore |
1753 |
D. Ciriaco Pirone |
Mattia del Grosso |
1754 |
D. Ciriaco Pirone |
Salvatore Penta |
1755 |
D. Ciriaco Pirone |
Nicola Marinaro |
1756 |
D. Ciriaco Pirone |
Onofrio Caggiano |
1757 |
D. Paolo Cangiano |
Domenico Grieco |
1758 |
D. Paolo Cangiano |
Alessandro Selvitella |
1759 |
D. Paolo Cangiano |
Francesco Caggiano |
1760 |
D. Paolo Cangiano |
Francesco Buono |
1769 |
D. Paolo Cangiano |
Nicola Tranfaglia |
1770-1771 |
D. Paolo Cangiano |
Marciano Piscopo |
1772 |
D. Paolo Cangiano |
Francesco Camuso |
1773 |
D. Paolo Cangiano |
Benedetto Cangiano |
1774 |
D. Paolo Cangiano |
Notaio Marcantonio Cangiano |
1775 |
D. Paolo Cangiano |
Marciano Piscopo |
1776 |
D. Paolo Cangiano |
Marciano Santosuosso fu Orazio |
1777 |
D. Paolo Cangiano |
Nicola Tranfaglia |
1780 |
D. Paolo Cangiano |
Notaio Marcantonio Cangiano |
1781 |
D. Paolo Cangiano |
Nicola Tranfaglia |
1782 |
D. Paolo Cangiano |
Pasquale Santo Suosso di Giovanni |
1783 |
D. Paolo Cangiano |
Mag.co Michele de Arena |
1784 |
D. Paolo Cangiano |
Nicolò Penta |
1804 |
D. Pasquale Tranfaglia |
Mag.co Marciano Caggiano (arriva il “Corpo” di s. Benigno) |
1807 |
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Giuseppe Camuso |
1808 |
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Gennaro d’Arena |
1809 |
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Federico Daniele |
1871 |
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Pasqualantonio Caputo |
1874 |
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Michelangelo Piscopo |
1885-1886 |
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Marciano di Nosse |
1892 |
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Marciano Di Nosse |
1897 |
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Marciano Orecchia |
1902 |
D. Antonio Mele |
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1906 |
D. Michele Ferri |
Antonio Sacco |
1910 |
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Salvatore Lonardo |
1912 |
|
Antonio Sacco |
1924 |
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Gaetano Ventullo |
1935 |
|
Michelangelo Piscopo |
1945 |
D. Tommaso Penta |
Salvatore Lonardo |
1951 |
D. Luigi Liberto |
Salvatore Lonardo (edifica la cappella cimiteriale) |
1981 |
D. Gerardo Antonellis |
Benigno Casparriello |
1989 |
D. Gerardo Antonellis |
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2018-2021 |
D. Nicolino Di Stasio |
Emiliano De Matteis |
2022-(…) |
D. Alfonso Moriano |
Emiliano De Matteis |
(© Carmine Clericuzio)
Una cappella cimiteriale che racconta la storia secolare di una comunità, un sepolcreto che custodisce gli antenati di un popolo, un luogo sacro che testimonia l’importanza di un’antica
congregazione, un gioiello artistico e architettonico che però rischia irrimediabilmente di scomparire per l’incuria e l’incapacità degli uomini moderni.
La cappella della Congrega dell’Immacolata Concezione fu eretta nel cimitero comunale di Taurasi nel 1951 e ora versa in pessime condizioni statiche, tanto da costringere il Comune a transennare
il perimetro circostante per salvaguardare l’incolumità delle persone che numerose, ogni giorno, visitano le tombe e i luoghi di sepoltura dei propri cari.
Di pregevole valenza artistica e architettonica, la cappella fu edificata come luogo di sepoltura per i confratelli dell’Immacolata Concezione, alla cui devozione è dedicata. Dopo il terribile
sisma del 1980, che ha prodotto innumerevoli danni strutturali, la cappella versa in precarie condizioni che ne pregiudicano inesorabilmente la stabilità.
LA FONDAZIONE DELLA CONGREGAZIONE
La cappella, ritenuta un autentico gioiello artistico e architettonico, custodisce al proprio interno tombe e ossari dei componenti della Confraternita, organismo religioso che venne istituito
nel 1728 presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione, edificata nel 1590 e ubicata nel quartiere “Oratorio” di Taurasi. La chiesa, particolarmente cara ai taurasini, ospita le spoglie mortali di
San Benigno Martire, protettore dei soldati in guerra.
Di notevole interesse è il volume di Antonio Panzone, dal titolo “Taurasi, la Chiesa dell’Immacolata Concezione”, che racconta, con dovizia di particolari, foto e documenti storici, la storia
secolare del luogo di culto e dell’omonima confraternita.
Il primo e purtroppo unico documento storico giunto fino ai giorni nostri, che attesta l’istituzione della Congrega dell’Immacolata Concezione, fu redatto nel 1729 da don Ciriaco Pirone, al tempo
padre spirituale della “Congregazione”.
Un anno dopo l’istituzione, l’allora padre spirituale evidenziò come l’arrivo a Taurasi nel 1728 del Reverendo Padre Beniamino Maria Greco della Compagnia di Gesù rese possibile la “salvezza” di
Taurasi con la Fondazione della Congregazione sotto il titolo dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine Santissima. (...).
IL PROGETTO DEL SEPOLCRETO E LA RACCOLTA DI FONDI DEGLI EMIGRANTI IN AMERICA
I componenti della Confraternita decisero già nella seconda metà del 1800 di edificare una cappella nel cimitero comunale, una piccola chiesetta da destinare alla sepoltura dei confratelli. E già
da allora, la realizzazione del sepolcreto fu lunga e travagliata.
Il progetto di costruire una cappella nel cimitero venne valutato per la prima volta dal Comune di Taurasi il 21 maggio del 1874. In quella data, il sindaco del tempo, Giovanni degli Uberti,
riunì il consiglio comunale, che deliberò all’unanimità la realizzazione nel cimitero di un sepolcreto, così come richiesto da Michelangelo Piscopo, il priore della Congrega dell’Immacolata
Concezione. Il civico consesso autorizzò l’esecuzione dei lavori in base a una pianta presentata dell’ingegnere Giosuè Speranza di Avellino. Ma solo otto anni più tardi, precisamente il 5
settembre 1882, il consiglio comunale di Taurasi, guidato dal sindaco Domenico Maffei, prese atto della comunicazione del Sotto Prefetto di Ariano, riguardante il parere favorevole emanato dal
Consiglio Sanitario Provinciale in merito alla concessione di un’area presso il cimitero di Taurasi per la costruzione di un sepolcreto. Dopo tale autorizzazione, il 14 ottobre dello stesso anno,
il Consiglio comunale deliberò la concessione della superficie richiesta.
Da tale epoca e fino al 1945, nonostante tutte le autorizzazioni, non fu mai posta materialmente la prima pietra per la costruzione della cappella, in quanto la mancanza di fondi sufficienti
impedirono per decenni l’avvio dei lavori.
La situazione si sbloccò, almeno per la parte burocratica, solo nel 1935, quando il podestà del tempo, Ercole Tranfaglia, diffidò il priore della Congrega, Michelangelo Piscopo, invitandolo ad
avviare i lavori di costruzione, altrimenti sarebbe stato costretto ad un’azione legale nei suoi confronti. Tale atto ebbe come effetto un’immediata convocazione dell’assemblea dei confratelli
della Congregazione, i quali, all’unanimità, decisero di mettere in vendita alcuni arredi sacri e di utilizzare le somme depositate in cassa per dare inizio ai primi lavori di costruzione.
Contemporaneamente, su iniziativa del priore e del confratello Marciano Casale, si decise di chiedere contributi agli emigranti taurasini residenti in America. La richiesta di fondi avvenne
tramite lettera e negli Stati Uniti si formò una commissione composta da Antonio Caggiano, Beniamino Palladino e Raffaele Rizzo. I tre emigranti taurasini si misero all’opera per raccogliere
fondi tra i compaesani e nel 1944 la commissione americana si ampliò con la presenza attiva di Benigno Casale, Antonio Di Sessa e Francesco D’Addieco.
L’anno successivo, poi, segnò la svolta che diede inizio alla costruzione del sepolcreto. Infatti, il 28 novembre 1945, come riportano le cronache dell’epoca, il priore Salvatore Lonardo e
numerosi confratelli, tra i quali Marciano Lonardo, Francesco D’Addieco, Antonio Lonardo, Antonio Santosuosso, Alessandro Lombardi, Antonio D’Addieco e Benigno Casparriello, armati di pale e di
zappe, lavorarono incessantemente per oltre dieci giorni, il tempo necessario per preparare lo scavo nel quale gettare le fondamenta. Poco più di un anno dopo, il 6 dicembre 1945, l’arciprete del
tempo, don Tommaso Penta, benedisse e pose la prima pietra nelle fondazioni.
Avendo saputo dell’inizio dei lavori, la commissione americana, ulteriormente rinnovata nella sua composizione con la presenza di due nuovi componenti, gli emigranti taurasini Giuseppe
Casparriello e Raffaele Buccella, fece sapere con una lettera inviata dal confratello Marciano Casale che la raccolta e l’invio di contributi sarebbe continuata fino alla costruzione definitiva
del sepolcreto.
L’INAUGURAZIONE DELLA CAPPELLA
L’opera fu ultimata, dopo quasi un secolo dalla sua iniziale progettazione, solo nel 1951 e il 12 settembre di quell’anno la cappella venne solennemente inaugurata e benedetta dal vescovo di
Avellino del tempo, monsignor Gioacchino Pedicini, e da un giovanissimo don Luigi Liberto, compianto parroco di Taurasi per oltre cinquanta anni, ritornato nella casa del Signore tredici anni
fa.
Una bellissima foto dell’epoca, custodita presso l’archivio del fotografo Gerardo Morena e pubblicata in pagina, ritrae l’indimenticato don Luigi sulle scale poste all’ingresso della cappella,
accanto a lui il vescovo Pedicini, due carabinieri in alta uniforme, molti bambini e alcuni uomini che sostengono una statua della Madonna di Lourdes. Al di sotto della scalinata si intravedono
numerose persone, per lo più donne con i cosiddetti “maccaturi” in testa, una sorta di foulard usato anticamente come copricapo.
Per l’occasione furono poste due grandi pietre di marmo, tutt’ora visibili, dove furono incisi i nomi di 74 fratelli e sorelle della Congregazione, che con il loro lavoro e il loro denaro avevano
reso possibile la costruzione della cappella, e i nomi dei 95 emigranti taurasini in America che con il loro determinante sostegno economico avevano contribuito alla realizzazione del
sepolcreto.
La foto storica, suggestiva ed emozionante, che ritrae la funzione religiosa svoltasi presso il cimitero di Taurasi nel lontano 1951, racchiude in una sola immagine un pezzo importante e
rilevante della vita religiosa e sociale della comunità taurasina del dopoguerra.
(...)
Dal 9 febbraio 2023, la Cappella della Confraternita Immacolata Concezione è a tutti gli effetti di piena proprietà del Comune di Taurasi. Nel pomeriggio dello stesso giorno sono iniziati i lavori di messa in sicurezza del luogo sacro. L’obbiettivo sarà quello di riportarla al suo stato originale. Il primo novembre 2023 è stata restituita alla comunità.