ROSSO DALLA TERRA

BUONGIORNO,  IO SONO TAURASI E PRODUCO VINO!

Una elegante copertina nera dove si staglia una bella foto sui vigneti taurasini con sullo sfondo il Monte Tuoro, fa da apertura alla fatica letteraria del carissimo NICO D’IORIO, “ROSSO DALLA TERRA”, con il sottotitolo “Il TAURASI e l’IRPINIA legati da un unico FUTURO”, per i tipi della “Delta 3 Edizioni” (pp. 239, 2015, euro 15,00). Le 200 e più pagine si leggono tutte in un colpo, senza interruzioni, già dal titolo si capisce, ovviamente che si parla di vino, la Nostra fonte di guadagno più importante, purtroppo sempre sottovalorizzata, tra i tanti –interessantissimi- capitoli, ci piace segnalare L’Irpinia, chi è? La vite e il borgo, l’Irpinia descritta come una bella donna, sempre amata ma sempre ripudiata, con la sua millenaria storia, da Taurasia ai Campi Taurasini, l’Ager Taurasinus di Liviana memoria alla ferrovia Avellino-Rocchetta ad oggi. Nelle pagine successive si narra la storia molto dettagliata del “Taurasi D.O.C.G.” con interessanti documenti che riporta la memoria indietro nel tempo ed è piacevole scoprire come il territorio vitato in Irpinia era molto più ampio di quello odierno, ma lo sguardo si staglia anche oltre l’orizzonte localistico e non potrebbe essere altrimenti, si va dal resto d’Italia al sistema vitivinicolo campano, un altro capitolo ci introduce ai resoconti di viaggio legati alla vite, ma non si poteva tralasciare l’Unità nazionale con tutti i problemi connessi, così come la viticoltura dopo il sismo del 1980, un capitolo è dedicato ai protagonisti dell’oro rosso, così come con disinvoltura si passa all’Aglianico ed il perché si chiama così, fino al capitolo conclusivo, l’Enoteca Regionale un’opportunità da non sciupare. Ci piace chiudere queste note, con la frase finale: “E’ chiaro, quindi, che la vite ed i borghi in Irpinia si salveranno o periranno insieme, all’unisono”. Siamo ottimisti, la vite salverà la Nostra amata Irpinia.

• IL CHI E'