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FRANCHINO, L'ORTOLANO DI SAN MARCIANO


Era una manifestazione “povera”,  destinata inesorabilmente alla scomparsa ed invece come l’araba fenice è risolta a nuova, maestosa e futura gloria, stiamo parlando del Nostro “piccolo-grande Orto”, l’Uorto ‘e Santo Marcìano. Ha passato anni difficili, ma gli estimatori e gli Ortajuoli non sono mai mancati, anche quando la modernità la stava quasi per spazzare via. Ma vogliamo mettere, iI Nostro Santo Marciano non avrebbe mai accettato tutto questo, bestemmia, obbrobrio, sventura. E poi, pensateci, si sarebbe potuto offendere e togliere la Sua millenaria protezione sui Campi Taurasini. Così, l’Orto sfida gli anni, un semplice orto, come tanti, niente di eclatante, niente di euforico. La Nostra tradizione, Unica in Italia, è veramente quella contadina, genuina e il Nostro Santo questo lo sa. Non bisogna mai dimenticare, che il “miracolo” avviene nell'oscurità della notte, di una intera nottata e nel silenzio più assoluto, se anche questo non è un “miracolo” poco ci manca? Tra gli Ortajuoli che nel corso degli anni si sono avvicendati, sempre con grande maestria e devozione, un posto d’onore lo merita Francesco D’Addieco, per tutti Noi: semplicemente "Franchino". L'amico buono e gentile, mai una parola fuori luogo, sempre grande cordialità e cortesia, dal sorriso accattivante, se non ci sarebbe, lo si dovrebbe letteralmente inventare ed invece, eccolo qua, sempre in prima fila, anno dopo anno. 

 

Ma non sarebbe giusto, no, non lo sarebbe, non ricordare Antonio Latorella, Gerardo Genzale, Carmine Capobianco, Michele Tammaro, Giovanni Genzale e il più giovane dell’allegra brigata… Marco Sirignano. Che il Nostro Santo Patrono Marciano, Vi protegga sempre.

 

Ad majora semper! Ad majora Taurasi!


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